Intercettare precocemente i primi campanelli d’allarme di un disturbo dell’alimentazione è fondamentale per una prognosi favorevole.
Il desiderio di controllare il proprio peso e modificare il proprio corpo diventa ricorrente, a volte esplicitato a parole, altre volte solo con comportamenti anomali: si può verificare una riduzione progressiva dell’alimentazione con forte selezione dei cibi assunti, con esclusione di determinate categorie di alimenti, accompagnata dell’incremento dell’attività fisica.
Possono essere presenti abitudini alimentari insolite, come lo sminuzzamento del cibo, mangiare molto lentamente, decidere di consumare pasti diversi dal resto della famiglia o di mangiare in solitudine, senza essere visti.
Si manifesta una tendenza alla riduzione delle situazioni di convivialità, e spesso se costretti a partecipare si evita comunque il pasto con diverse scuse.
Anche alcuni comportamenti non direttamente riguardanti il cibo possono rappresentare dei segnali: irritabilità e manifestazioni di rabbia, isolamento, ricerca della perfezione assoluta nelle prestazioni sportive e scolastiche, difficoltà nel relazionarsi con gli altri, apatia e tristezza, stanchezza fisica e mentale perenne.
Nessuno di questi campanelli d’allarme dev’essere sottovalutato o considerato come “una fase di passaggio”: un intervento tempestivo, la dimostrazione della propria disponibilità ad ascoltare e supportare, possono davvero fare la differenza.