Alimentazione e identità per gestire abitudini alimentari corrette

Le nostre abitudini alimentari sono fortemente influenzate dalle rappresentazioni mentali di ciò che riteniamo commestibile: avremmo accesso a una quantità ben più ampia di alimenti ma poi ci ritroviamo ad avere a che fare coi soliti sapori, dato che fin dai primi anni di vita entra in gioco una selezione dei cibi che non riguarda strettamente il valore nutrizionale, bensì quello che riesce maggiormente a soddisfare i nostri gusti, il palato e le nostre rappresentazioni mentali.

Sono proprio queste che condizionano il nostro orientamento alimentare.

La cultura ha un peso importante su ciò che riteniamo commestibile, basta pensare che in alcune culture orientali certi insetti rientrano nella normale alimentazione e hanno un notevole apporto nutritivo..noi invece ce ne teniamo alla larga!

Il comportamento alimentare assume un notevole valore simbolico e spesso viene considerato un canale comunicativo e di espressione del Sè, privato e pubblico: ci serviamo del cibo per comunicare la nostra identità e ricavare informazioni su chi abbiamo di fronte.

In questo senso il cibo perde la sua comune accezione e si collega al concetto più ampio dell’identità personale ovvero la percezione che abbiamo di noi stessi, ciò che sentiamo e sappiamo di essere in base alle caratteristiche relativamente stabili che ci attribuiamo e derivate da ruoli sociali che assumiamo nei vari contesti della nostra vita.

 

Alimentazione e identità per gestire abitudini alimentari corrette

 

Rapporto tra l’identità di un individuo e le sue scelte alimentari:

Considerato l’enorme peso dell’influenza sociale, possiamo arrivare a capire il perché di certi nostri atteggiamenti contraddittori e resistenti al cambiamento di alcune abitudini alimentari: attraverso la scelta di uno stile alimentare, è possibile realizzare il bisogno di mantenere o definire la propria identità, prima ancora della necessità di nutrirsi e mantenersi in salute.

Da alcuni studi é emerso come gli individui tendano a giudicare gli altri sulla base degli alimenti scelti (creando pesanti stereotipi), e che allo stesso tempo, attivamente, tendiamo a scegliere un cibo per comunicare qualcosa di noi stessi.

Ne deriva che, nel rapportarci agli altri, sveliamo o celiamo, a seconda del contesto, aspetti diversi della nostra alimentazione nel tentativo di controllare l’impressione che facciamo sul contesto (ad es persona salutista o attenta all’ambiente, nonché particolari stili di vita alimentare).

Per queste ragioni, il cibo non ha solo un valore nutritivo ai nostri occhi ma conserva un aspetto più profondo legato all’espressione di sè, alla necessità di comunicare bisogni e conflitti.

Mangiare quindi è un processo psicologico, influenzato dalle norme esplicite ed implicite fornite dal contesto in cui viviamo e dai nostri atteggiamenti nei confronti del cibo.

Un lavoro psicologico ci aiuta a comprendere la moltitudine di fenomeni che sono alla base delle scelte alimentari e a migliorare il rapporto con il cibo sia sul piano fisiologico che su quello mentale.

 


DOC 1
A cura della Dott.ssa Falsini Valentina 
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valentina.falsini@hotmail.it
Tel 328 827 7128
Psicologa – Psicoterapeuta 
Socio ordinario S.I.P.P.R. Società Italiana di Psicologia e Psicoterapia Relazionale
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Nutrizionista Susanna Agnello

Iscritta all'Albo Nazionale dei Biologi, con una solida formazione accademica e numerosi master in nutrizione sportiva, pediatrica e oncologica, unisco competenze teoriche e pratiche per promuovere la salute attraverso l’alimentazione. Ho esperienza come nutrizionista per team sportivi e relatrice in convegni, con un approccio multidisciplinare che abbraccia prevenzione, benessere e prestazioni.

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