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Quando può essere utile l’utilizzo del diario alimentare?

Il diario alimentare è uno strumento spesso utilizzato dagli esperti di nutrizione nella loro pratica lavorativa. Esso prevede che il paziente annoti giornalmente tutto ciò che mangia, indicando eventualmente anche il luogo in cui consuma il pasto, la compagnia, l’orario e il tempo impiegato per mangiare.

Può essere utile sia per il professionista che per il paziente: il primo riesce a comprendere meglio le abitudini alimentari del proprio assistito, individuando così quali strategie possono essere più funzionali per esso, il secondo, grazie all’atto dell’annotare i suoi pasti, assume maggior consapevolezza del suo comportamento alimentare.

Nell’ambito del trattamento dei disturbi alimentari il diario è utilizzato molto spesso in diverse varianti. Solitamente, oltre a riportare la composizione del pasto, il luogo, la compagnia e il momento, il paziente può descrivere le sue sensazioni prima, durante e dopo il pasto, eventualmente contestualizzandole, specificando se ci sono stati eventi particolari che hanno enfatizzato o attenuato il disagio nei confronti del cibo.

Inoltre compare spesso la “scala della fame”, in cui il paziente indica il suo livello di fame o sazietà prima e dopo il pasto.

L’utilità per il professionista (non solo per l’esperto in nutrizione, ma anche per il terapeuta) è che può così comprendere meglio le emozioni legate all’atto del nutrirsi e il funzionamento del paziente, le eventuali situazioni che possono esacerbare i sintomi del disturbo e quelle che invece potrebbero anche solo in parte silenziarli, oltre a valutare oggettivamente le abitudini alimentari e il margine d’intervento.

Il paziente può trarre beneficio dall’annotare le sue sensazioni perché impara così a capirle meglio, inizia ad affrontarle, mette nero su bianco emozioni evitate o represse, oltre a riiniziare a familiarizzare con i propri segnali di fame e sazietà, sempre alterati nei pazienti con disturbo alimentare.

Un’altra variante del diario alimentare è la scheda di automonitoraggio, utilizzata quando sono presenti le abbuffate: il paziente deve compilare la scheda durante l’abbuffata, e questa pratica può essere molto utile per interromperla, in quanto restituisce al paziente la consapevolezza di ciò che sta facendo. Inoltre dovrà annotare gli eventuali metodi di compensazione adottati in seguito.

Se lo strumento del diario alimentare può essere utile per i motivi sopracitati, in alcune situazioni può essere fortemente sconsigliato.

Può enfatizzare l’ossessione del paziente per il conteggio calorico, può aumentare il sintomo dell’ipercontrollo, tipico dei disturbi alimentari restrittivi, può innescare forti sensi di colpa e favorire metodi di compensazione disfunzionali.

Il compito del professionista sarà dunque quello di individuare in quali casi il diario alimentare può essere utilizzato come strumento di supporto utile e non nocivo per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione.

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