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Qual è la relazione tra Autismo e Alimentazione?

Cos’è il disturbo dello spettro autistico?

Il disturbo dello spettro autistico (ASD), conosciuto come autismo, è un disturbo neurologico che coinvolge l’area del linguaggio, della comunicazione e dell’interazione sociale e limita l’autonomia dei pazienti nella vita quotidiana.

I sintomi si sviluppano nei bambini solitamente tra i 18 e i 36 mesi e, oltre a quelli legati alla sfera sociale e comunicativa, in molte persone, sono stati riscontrati anche sintomi gastrointestinali come dissenteria e stitichezza, crampi addominali, reflusso gastroesofageo e vomito.

Le cause di questa patologia sono ancora oggi sconosciute, certo è che la combinazione di fattori neurobiologici, costituzionali e psicoambientali è predisponente.

Molti studi scientifici hanno indicato la patogenesi dell’autismo già nella vita fetale; uno stile di vita caratterizzato da consumo di alcool e uno scarso apporto di folati, nel periodo precedente al concepimento, aumenta il rischio di malformazioni neurologiche e di sviluppo del disturbo dello spettro autistico.

Inoltre, è stato riscontrato che nei bambini affetti da ASD si ha un ridotto contenuto di acidi grassi omega-3 e omega-6 pertanto è possibile assumere che il rapporto ottimale di questi acidi grassi polinsaturi, fin dall’età fetale, abbia un potenziale ruolo protettivo nei confronti del disturbo consigliando alle madri una corretta assunzione e integrazione.

 

alimentazione e autismo

 

Qual è il ruolo degli specialisti?

In relazione a questo, il dipartimento di dietetica dell’università di Cracovia sostiene che il compito degli specialisti sarà quello di valutare lo stato nutrizionale delle madri al fine di apportare modifiche alimentari, nel caso in cui sia necessario, per prevenire l’insorgenza di queste patologie nel feto.

Inoltre, per i soggetti affetti da ADS lo specialista ricopre un ruolo fondamentale nel mantenimento dello stato nutrizionale poiché oltre alla carenza di acidi grassi polinsaturi, in alcuni pazienti è emersa una riduzione ematica dei livelli di vitamina D e ferro.

Conseguentemente alla scoperta della relazione tra intestino e sistema nervoso (asse intestino-cervello) sono state ricercate correlazioni tra i due nelle persone con disturbi dello spettro autistico.

Ad esempio, il regime alimentare chetogenico è stato utilizzato anche nel trattamento di pazienti con ASD e nello studio condotto nel 2016 da Garcia-Penas sono emersi possibili miglioramenti, ma si tratta di uno studio non controllato pertanto non è dimostrata con certezza la sua efficacia.

È stato anche proposto l’utilizzo di diete prive di glutine e caseinati , risultate positive per alcuni soggetti e meno su altri.

In conclusione, da un punto di vista nutrizionale molti studi dimostrano la necessità di integrare le carenze nutrizionali dei pazienti o di adottare regimi alimentari ad esclusione.

Ogni trattamento deve essere adeguatamente progettato sul paziente poiché questi regimi alimentari non hanno dato evidenze esclusivamente positive e sono molto restrittivi.

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